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Quando una donna deve DIFENDERSI

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  • Cosa puoi fare quando sei in un parcheggio deserto e hai la netta sensazione che qualcuno ti stia seguendo?
  • Cosa puoi fare quando hai davanti un pazzoide che ti minaccia con una siringa infetta?
  • Cosa puoi fare quando qualcuno cerca di incastrarti nello stretto spazio di una cabina d’ascensore?
  • Cosa puoi fare quando ti trovi chiusa in una stanza con un individuo potenzialmente pericoloso?
  • Cosa puoi fare quando…

Ma, soprattutto, come puoi evitare di trovarti in simili, sgradevoli situazioni?

Questo libro è dedicato alle donne.

Donne che si possono trovare in situazioni sgradevoli, potenzialmente pericolose, senza poter contare sull’aiuto di nessuno.

Eva Kant si libera di chi la minaccia con metodi diabolikamente originali… ma che come ammette lei stessa – funzionano solo nei fumetti. Così, in queste pagine, comincerà col fornire tutta una serie di consigli per evitare le situazioni “a rischio”. La prevenzione o, meglio, una saggia percentuale di prudenza, riduce notevolmente i rischi. Ma non sempre è sufficiente. Per questo Eva proporrà anche una panoramica di tecniche di difesa e contrattacco. Sempre ricordando come l’uso della forza sia l’ultima chance ma anche che, quando è indispensabile, è bene sapere quali metodi impiegare.

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“Sei ore e ventitré minuti” di Domitilla Shaula Di Pietro

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Nell’ambito della Campagna Permanente contro la Violenza di Genere, l’AssociazioneTi Amo da Morire ONLUS”, martedì 15 novembre 2016, presso il Teatro ARCILIUTO, in Roma, ha presentato il libro “Sei ore e ventitré minutidi Domitilla Shaula Di Pietro, edito da Fanucci e distribuito in tutte le librerie laFeltrinelli, cui è seguito uno spettacolo musicale.

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La serata è stata introdotta della presidente dell’Associazione avv. Serenella Sèstito che ha illustrato gli scopi e le iniziative di Ti Amo da Morire ONLUS, ponendo l’accento soprattutto sull’utilità assoluta del numero verde 800 642328, sportello d’ascolto legale e/o psicologico gratuito che garantisce l’anonimato a chi vi si rivolga.

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La stessa, ha poi presentato, indossato da Rossella Seno, il Gilet prodotto da Vegan Life Italy, il nuovo brand di riferimento per il vestire sano e consapevole, vegano ed etico, nato dalla riflessione e dall’analisi delle statistiche circa il fenomeno del femminicidio, inteso con l’ampia accezione di violenza di genere, in Italia. I tre tessuti che lo compongono hanno funzioni di ignifugicità, cioè non sono infiammabili, resistono al taglio, allo sfregamento con oggetti metallici e anche agli acidi corrosivi. Il Gilet è dotato anche di un fischietto, utile a richiamare l’attenzione in caso di aggressione o di fuga dall’aggressore, ed è riconosciuto in tutto il mondo come segno distintivo di pericolo assoluto.

Successivamente, la presidente della ONLUS Serenella Sèstito, ha mostrato il numero 42 del Grande Diabolik, il quadrimestrale appena uscita in edicola, che contiene una pagina dedicata allo sportello d’ascolto di Ti Amo da Morire ONLUS, ringraziando Mario Gomboli, direttore editoriale di Diabolik, e tutta la diabolika redazione per aver reso Eva Kant testimonial dell’Associazione. La splendida compagna di Diabolik dal 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, proprio dal sito web dell’associazione – www.tiamodamorireonlus.it – metterà in guardia le rappresentanti del sesso femminile dai possibili pericoli che si nascondono negli ambienti quotidiani, dettando regole di prevenzione e, nel caso fosse troppo tardi per prevenire, consiglierà come ridurre i danni. Eva Kant, che non si perde mai d’animo, insegnerà le tecniche di autodifesa, di volta in volta, a chi vorrà seguirla.

A seguire, Domitilla Shaula Di Pietro ha introdotto il suo romanzo autobiografico, rendendo partecipe il pubblico tanto delle emozioni provate in quelle maledette Sei ore e ventitré minuti quanto poi dei suoi progetti futuri a sostegno di chi, come lei, si è trovata a vivere episodi violenti e di chi, attraverso la sua sensibilizzazione sull’argomento, potrà evitarli. L’attore e regista Claudio Castana ha letto, interpretandolo, un brano del libro.

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Il clou della serata si è avuto nel momento in cui la presidente ha chiesto a Domitilla Shaula Di Pietro di voltare le spalle al palco e non girarsi: è stato il momento di una sorpresa inaspettata… dal pianoforte sono cominciate a risuonare delle note e una voce, in parte volutamente camuffata, ha intonato una canzone “… io sono così, una che piange allegra, una che soffia le nuvole lontano, lontano perché piova di meno…   …. io sono così come pioggia col sole… … malgrado te, l’amo ancora la vita!”. Non c’è voluto troppo tempo che Domitilla riconoscesse quella voce che cantava “Shaula”, la splendida canzone che Erminio Sinni aveva scritto per lei e che parla della sua sofferta vicenda, che non le impedisce, nonostante tutto, di continuare a vivere e amare la vita.

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La commozione è stata tantissima e ha toccato il cuore di tutti i presenti… Grazie Erminio Sinni!

Claudio Castana, dopo aver parlato di sé e delle iniziative che lo vedono coinvolto nel sociale, ha commentato il video della Federazione Italiana Canottaggio che, attraverso la regata maschile e femminile open “Via le Mani”, intende sensibilizzare circa il fenomeno del femminicidio e la violenza di genere. La manifestazione si è tenuta presso il Circolo Canottieri Roma.

La serata è continuata con “Uomini che amano le donne”, uno spettacolo musicale che ha visto grandi artisti quali Ernesto Bassignano, Roberto Kunstler, Giovanni Samaritani, Lino Rufo, Marco  e Yuki Rufo alternarsi tra musica e poesia.

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Ringraziamenti sentiti vanno al Teatro Arciliuto in Roma, nelle persone di Enzo e Giovanni Samaritani insieme a Daniela Valle Samaritani, che hanno reso possibile la realizzazione di questo evento mettendo a disposizione la location a titolo gratuitol’ingresso, infatti, è sempre libero!

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Grazie anche a Simonetta Bumbi di Bumbi Mediapress.

Ti Amo da Morire ONLUS” crede che sia possibile fare opera di prevenzione attraverso la cultura e per questo motivo promuove iniziative artistiche e culturali quali mostre, concerti, rassegne, presentazioni librarie, appuntamenti didattici ecc…

 

La Presidente

avv. Serenella Sèstito

 

Teatro ARCILIUTO – Piazza Montevecchio, 5
00186 Roma – Tel. +39 06 6879419
http://www.arciliuto.it
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http://www.tiamodamorireonlus.it
twitter: @tiamodamorire1
facebook: Associazione Ti Amo da Morire ONLUS

 

 

Eva Kant, diabolikamente TESTIMONIAL di Ti Amo da Morire ONLUS!

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Sul numero 42 del Grande Diabolik, in edicola il prossimo mese di novembre 2016, troverete una pagina dedicata allo sportello d’ascolto di Ti Amo da Morire ONLUS, questo è solo il primo passo che compiremo a fianco della splendida Eva Kant che, attraverso la nostra Associazione, cercherà di porsi intelligentemente al fianco di ogni donna che si trovi in difficoltà!

Come?

È ancora presto per svelarlo, lasciamo che sia, ancora per poco, un diaboliko segreto!

Diabolik è Contro la Violenza sulle Donne e SOStiene Ti Amo da Morire ONLUS!

Grazie a Eva Kant, alla sensibilità di Mario Gomboli, direttore editoriale di Diabolik, a tutta la “diabolika” redazione insieme a Licia Ferraresi, Pierluigi Cerveglieri e Moreno Ragosa.

LA CATASTROFE COME ORIZZONTE DEL VALORE – Saggio di Giuseppe Limone

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Se il diritto può nascere dopo la catastrofe 1, i valori non possono che precederla. La catastrofe come orizzonte del valore2non è solo il mero esercizio di rigore teoretico o l’esempio di pensiero cognitivista (o, come scrive l’autore, persino buonista) di chi intende dare una definizione dei valori. L’autore, col suo percorso, dimostra l’esistenza inconfutabile delsentimento di percettibilità dei valori che viene alla luce nei momenti di maggiore pericolo per la Lebensform. Le approssimazioni che Giuseppe Limone compie per arrivare al profondo della nozione di catastrofe valgono, per trasposizione, per la sua opera: così come il termine catastrofe può indicare – singolarmente o complessivamente – l’epocalità dell’evento, l’interruzione qualitativa della Forma di vita, l’identità data dalla sorte di un pericolo comune e, infine, il significato simbolico che cattura gli eventi di risonanza emozionale; così l’intero scritto tocca strati contigui appartenenti a diversi livelli ermeneutici. Ilprimo livello, definibile come storico-filosofico, che dall’età moderna arriva alla contemporaneità, ha come punto focale le diverse prospettive dalle quali origina il pensare sociale degli autori citati (non solo Jean-Jacques Rousseau, Antonio Rosmini e Simone Weil, ai quali sono dedicati interi paragrafi, ma anche Hobbes, Locke, Grozio, Feuerbach, Heidegger, Husserl, Sartre, Nussbaum, Bauman; solo per citarne alcuni). Il secondo livello, che espone alla luce le interruzioni della qualità della vita – ovvero le catastrofi – che hanno accompagnato l’umanità fin dall’acquisizione di un pensiero intelligente. Il terzo livello, portato alla luce con maggiore incisività nella parte finale del testo, illustrante il sentimento di pericolo comune generato da una errata percezione della responsabilità propria – e di tutti – che scaturisce dalla libertà. Il quarto livello – ovvero della sorte comune – in cui si dà realizzazione al titolo dell’opera, dimostrando la funzione assiologicamente positiva del male comune che si scatena nei confini identitari. Ma è con un ulteriorequinto passo che si rivela l’intento dell’autore: in questo spazio ermeneutico, il lettore non è solo un mero fruitore, è egli stesso il «vicario3» su cui si abbatte, per sostituzione simbolica, l’energia esortativa del testo. Solo in quest’ultimo punto profondo del pensiero di Limone, il lettore si accorge di essere al fianco dell’autore o, meglio ancora, di essere seduto sul medesimo ramo che qualcuno e qualcosa stanno segando. È proprio con quest’ultimo passo che si va ben oltre il cognitivismo e ilnoncognitivismo per approdare al falsificazionismo etico, il quale in modo apofatico dimostra l’esistenza dei valori e la loro percettibilità. Partendo proprio da quest’ultimo fronte, cioè da quello falsificazionista – che, tradotto in altri termini, equivale a dire: “io non so definire i valori, ma percepisco cosa non si deve fare per salvaguardare la Forma di vita alla quale appartengo” –, il problema che si apre è quello del coefficiente di percettibilità dei valori stessi. Esiste un pericolo concreto nel misconoscimento e Limone, fra le righe, avverte i suoi stessi detrattori: il lettore disattento alla sua stessa sorte, l’intellettuale che continua ad osservare l’Apocalisse in televisione pensando alla critica da muovere il giorno dopo a San Giovanni, l’accademico che chiededi essere valutato per il dove e non per il cosa abbia scritto, il burocrate che intende ridurre la persona a una mera pratica da sbrigare. Tutto si muove e si condensa alla scala dell’umano, del concreto, del reale. Nel mondo macchinico fotografato dall’autore – mondo dell’impersonale che obbliga a guardare alla terza persona il Tu e che ci seduce a chiedere di essere privati dell’umano – il Mickey Mouse di Benjamin4, dotato da noi stessi persino dell’a-temporalità e dell’a-spazialità, emblema della spersonalizzazione e della de-umanizzazione, ci accompagna sincronicamente nel presente e ci attende diacronicamente dal futuro passeggiando sul crinale che segna il punto di non ritorno oltre il quale la Forma di vita implode.

Fonte: Società Filosofica Italiana – Sezione di Sulmona “Giuseppe Capograssi” di Pasquale Viola


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